(Time To Kill Records) Pubblicano il loro secondo album ben sei anni dopo il primo i BangOut. Il successore di “Rotten Roll” è dunque questo vivace e accattivante incontro tra hard rock, glam e goth/horror metal. Proprio sull’ultimo dei tre stili, si pensi a come emerge nella canzone “Animal” il suo organo di sottofondo che ricalca scenari alla Ozzy Osbourne e Alice Cooper. Dunque un manifesto di questa atmosfera oscura che aleggia in “Paradise ’99”. Canzoni vivaci, spigliate, anche occasionalmente ruffiane e soprattutto canzoni ammantate appunto di quella lieve aura di oscurità, fatta di elementi gotici che ben si sposano con l’hard rock di base della band romana. Circa quaranta minuti gradevoli, orecchiabili, di hard rock lavorato nei dettagli con l’elettronica che da un mano a rendere più completi i pezzi. I dettagli certo sono un elemento importante: per esempio i buoni assoli, le tastiere che si stagliano sullo sfondano e montano con il crescere delle canzoni, oppure i cori sono degli esempi di questa capacità d’arrangiamento della band. Percepibile elemento pop che aleggia in giro, in una forma minima o semplicemente necessaria a rendere ogni canzone da subito assimilabile, immediata. La band ha dato una forma a “Paradise ’99” attraverso tre studi: Forward Studios a Roma, Lair Of Music Studio a Guidonia e Adam’s Records Studio a Tivoli. Ha avuto il suo tempo per scriverlo, definirlo e registrarlo l’album, in un flusso temporale si lungo ma infine prezioso. La pazienza, la virtù dei forti come lo sono i BangOut.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10