(Ma.Ra.Cash Records / Andromeda Relix) Nella carriera ricca di impegni del bassista e polistrumentista italiano Alberto ‘Baro’ Molesini, il prog è sempre stato sia il punto di arrivo che quello di partenza, oltre che un IL percorso. Tantissime le sue collaborazioni ed i suoi progetti: la band La Sintesi (sulla scia stilistica di nomi quali King Crimson e Yes), gli Hydra, gli Elam, i Fratelli Brothers (progetto derivato da La Sintesi), i Marygold. Ma tra un impegno e l’altro Baro ha sempre composto musica ‘personale’ tanto che sono usciti negli anni ’80 due ottimi dischi, poi ripubblicati con nuovi arrangiamenti due anni fa (recensione qui). Ora è il turno di “Utopie”, un’idea degli anni ’90 la quale, come gli altri due, trova oggi una nuova edizione che affila le lame, intensifica l’esperienza e perfeziona un qualcosa forse originariamente un po’ grezzo (per quanto possa essere grezza della musica di tal livello artistico!). Cinque intensi brani, ricchi di musica, di virtuosismi da parte di tutti gli strumenti, linee vocali sia in italiano che -per la maggior parte- in inglese. Ogni brano è una suite, una costante progressione, un’evoluzione sonora che spesso prende strade secondarie, labirinti tecnici esaltanti, dilettandosi nel perdersi tra meandri costruiti da un ensemble strepitoso di strumenti musicali suonati con passione, amore e tecnica sopraffina. La opener “Non Sento”, cantata in italiano e esterna al concept, offre una durata canonica… ma il resto dell’album svela opere magistrali sempre sul quarto d’ora di musica (tranne “Phase”, la quale è divisa in due tracce le quali, assieme, superano quella soglia dei quindici minuti!). In ogni brano emergono, oltre ritmiche e linee vocali curate, improvvisazioni estremamente tecniche anche se immensamente fruibili, piacevoli, godibili. Con un booklet ben curato con tutti i testi ed una farcitura di informazioni sui brani, sulla storia del concept, sui brani, “Utopie” richiede solo una cosa: esige che l’ascoltatore si abbandoni, senza impegno, senza devozione; sarà poi la musica a stuzzicare i sensi, scuotere le emozioni. Ad indicare la strada.
(Luca Zakk) Voto: 9/10