(Nuclear Blast Records/Audioglobe) I Battle Beast hanno tutte le carte in regola… per far arrabbiare a morte un vecchio defender come me! Mi sono già scontrato con i finlandesi in occasione del loro debut album (QUI), ed eccomi di nuovo inviperito con loro. Perché? Beh, perché questo secondo disco è bello, fresco, vivace, pimpante… ma non è assolutamente un disco di classic heavy metal, come la fanfara propagandistica ripete in ogni dove. La Nuclear Blast non potrà mai sfornare un disco di heavy metal condotto secondo i sacri canoni degli anni ’80. La Pure Steel Records sì, la My Graveyard Productions anche, la Metal on Metal pure… ma la Nuclear Blast no, è semplicemente impossibile. Il true heavy metal è un genere di nicchia, che fa vendere poche centinaia di copie, del tutto al di fuori delle logiche di mercato di un colosso come la label tedesca. Il massimo che la Nuclear Blast possa fare è pubblicare un disco di heavy metal rivisto e corretto per le nuove generazioni: il che significa un rispettabilissimo prodotto di heavy/power boombastico, superprodotto, con le tastiere sbarazzine e i ritmi catchy, che strizza l’occhio ogni due passi ai Judas Priest e ai Manowar, ma che solo uno sprovveduto potrebbe definire ‘classic heavy metal’. E allora prendiamo questo disco e questa band per quello che sono, senza altisonanti quanto inadeguati paragoni! “Let it roar” ha un ritmo semplice, tastiere tipicamente finlandesi, un ritornello urlatissimo… mi piace, lo devo ammettere. Stesso discorso per “Out of Control”, che ha l’anima, ma non certamente i suoni, degli eighties. In “Raven” l’interpretazione vocale di Noora Louhimo è veramente al vetriolo, mentre nel mid-tempo “Into the Heart of Danger” la singer raggiunge una certa profondità espressiva. “Kingdom” sparge sulla superficie del disco qualche elemento epico, vagamente manowariano (ma non esagererei con questo paragone), e i chitarroni pesanti alla Karl Logan li abbiamo anche in “Black Ninja”, con un bridge talmente bello che lo canto già dal primo ascolto del brano. Eccessi quasi comici, come gli effetti elettronici di “Neuromancer” o i pacchianissimi cori di “Over the Top”, lasciano onestamente il tempo che trovano, ma tirando le somme la Bestia da Battaglia offre una prova divertente e incisiva. Fatemi solo un piacere: non chiamatelo classic heavy metal!
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10