(My Graveyard/Masterpiece) Qual è l’album dall’uscita più posticipata della storia del metal e dell’hard rock? “Chinese Democracy” dei Guns’n’Roses? Sbagliato! Si tratta del debut dei marchigiani Battle Ram, attivi fin dal 2001, ma che solo in questo 2013 danno alle stampe il loro debut, che era stato annunciato come imminente nel 2009 e secondo i bene informati all’epoca era già in ritardo di qualche tempo… quali che siano le vicende di composizione di questo disco, posso dirvi che l’attesa è certamente ripagata da un prodotto letteralmente strabiliante per tutti gli amanti delle sonorità epiche e battagliere (soprattutto se di taglio americano più che europeo). “The Stone” è us metal plumbeo, con atmosfere equamente suddivise fra il doom e l’epic… qualcosa di maestoso e potente al tempo stesso, con l’unico singer al mondo, Franco Sgattoni, che a mio giudizio ricorda davvero Tim Baker dei Cirith Ungol. I suoni della sezione ritmica sono vere e proprie frustate, e quelli delle chitarre di Davide Natali e Gianluca Silvi taglienti come non mai. “Burning Lives” vive di improvvise accelerazioni e di un ritornello di grande epicità; “I am HM” è un inno di forza devastante, mentre “Battering Ram” si porta dietro due decadi di suond alla Omen, Manilla Road, Angel Witch e compagnia epicheggiante. Quanto agli ultimi due pezzi in scaletta, conosciamo già la splendida “Smash the Gates” dal mini di ormai quattro anni fa (!), dove era pure presente la versione acustica della conclusiva “Dark Command”, qui presentata nella sua registrazione del 2001 con il guitarist Silvi alla voce. Un disco che non potete assolutamente perdervi, dato che rappresenta la concretizzazione perfetta di tutte le speranze che ruotavano attorno a una delle band heavy metal migliori d’Italia.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10