(Scarlet Records) Il quarto album del trio Be The Wolf è dedicato alla propria città. Tutte le città hanno una propria identità, carattere, atmosfera ma Torino «ti marchia per sempre, lasciandoti un alone nero nell’anima». Lo spiega la band e lo enuncia attraverso dieci canzoni, vivaci, fresche, rock an roll di stampo mainstream e un tantino pop. Ritornelli ariosi, chitarre graffianti e scheletriche, ritmi agili e frizzanti. Essenziale “Torino” in quanto non impiega neppure trentacinque minuti per emettere il proprio messaggio musicale. La band parla si di Torino ma ponendo in evidenza anche suoi risvolti sociali e tra questi chissà quanti possano essere intravisti nell’Italia intera. Perché in tanti anni di cose (crisi economica, il lavoro, le difficoltà) ne accadono e il silenzio che spesso si percepisce a Torino, al quale la band stessa fa riferimento, si accomuna probabilmente alla distrazione dai problemi e la decadenza di un’intera nazione. Brilla “Cinnamon”, anche se la frazione dell’album tra questa, la seguente title track con i suoi sintetizzatori, “Sorry Not Sorry” (diventato anche singolo), e la conclusiva “Dancing Rhinos”, rappresenta la parte più coinvolgente del full length. I primi sei pezzi risultano catchy e rapidi, si distinguono “Failures” e “Pretty Little Things”, comunque determinati da buoni arrangiamenti con tocchi sia di elettronica che di punk e rock and roll. I Be The Wolf hanno un concreto seguito in Giappone. Concerti, interviste per media locali, endorser-sponsorizzazione da Ibanez Giappone proprio durante un loro tour. Qualche conoscenza importante, come quella con Akira Yamaoka, pongono un ulteriore accento su questo trio ora al quarto album. La copertina, eccellente, è del cantante e chitarrista Federico Mondelli (parte anche di Frozen Crown e Volturian).
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10