(33.3 Music Collective) Questo album non ha nulla a che fare col metal, salvo per la comparsata di Al Jourgensen, mente e padrone dei Ministry, che partecipa a “Finding Beauty in Chaos” con il brano “20th Century Boy”. Questa canzone ricorda Jourgensen alle prese con i suoi tanti progetti ‘collaterali’ passati. Roba tipo i Revolting Cocks. Registrato a Los Angeles dal chitarrista Michael Ciravolo nel proprio studio con la supervisione di Michael Rozon – collaboratore dei Mnistry per l’album “Amerikkkant” – “Finding Beauty In Chaos “ è un rock dalle tinte melodiche a volte cupe, a volte più solide, sempre leggere ma non scontate. Ciravolo ha avuto esperienze nei Human Drama e Gene Loves Jezebel di Michael Ason e altri progetti, oltre a una sua attività didattica e di ricerca sullo strumento. Per questa registrazione oltre a Al, Ciravolo ha chiamato una serie di musicisti di tutto rispetto (elenco sotto), tipo Simon Gallup, storico bassista dei The Cure, Ice-T, Robin Zander dei Cheap Trick e sua moglie Tish che ha partecipato nella stesura dei pezzi e contribuito alla voce. “Look Up” per esempio, appunto una canzone di Tish che mostra quelle chitarre a volte un po’ lisergiche di Michael e quel senso un po’ noir delle atmosfere che certamente sarà piaciuto anche a Simon Gallup. Nelle quattordici canzoni è possibile ritrovarci un po’ di cose. Il dark, una pallida new wave e tanto rock, smussato, scheletrico, vivo, ma soprattutto armonioso in ogni sua variante. La chitarra è il nodo centrale, con le sue stratificazioni che sprigionano atmosfere e sensazioni altalenanti. In un’intervista Ciravolo ha dichiarato che non ha usato alcuna tastiera e dunque ci è andato giù di sovraincisioni, effetti che si sommano e si coprono, per creare così non un muro del suono, ma un vero e proprio universo di suoni plasmati e adattati a questo sound certamente personale, sospeso tra l’alternative, l’hard rock, il dark e una sperimentazione affatto selvaggia, ma ragionata.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10