(HMMR Records / Cargo Records) Sarà l’età, sarà perché in fondo sono un romantico, ma l’AOR mi sta sempre più a cuore e dunque ascoltare un lavoro così raffinato e tradizionalmente tale è davvero piacevole. Robin Beck, fantastica cinquantanovenne americana, voce semplicemente grandiosa, cantautrice, ha addirittura duettato con Pupo (ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio) e negli anni ’80 una sua canzone venne scelta dalla Coca Cola per uno spot. Janis Joplin, un po’ di Barbara Straisand e il soul ma anche il blues sono lì, in quelle corde vocali che vibrano a frequenze uniche. Rock radicato, classico, docile e aggressivo, in canzoni che sono fantasticamente allineate e studiate per la sua voce che si erge su tutto. Melodie piacevoli, come la sdolcinata “I Swear the Nights”, di taglio classico come “Wrecking Ball” che sembra la più canonica delle canzoni rock di stampo americano e non la sola. “Sprain” ha una forte carica, molto hard rock e altrettanto radiofonica e tuttavia accattivante nei suoni e per una linea vocale che potrebbe ricordare la migliore Tina Turner. Se la title track è un’altra ballad dal sound moderno e dai synth orchestrali molto anni ’80, la successiva “Catfight” ha il piglio pop-rock all’inglese e il soul fusi insieme per una linea del riffing e base ritmica incalzante che riesce a mettersi in tasca tutte le varie sciacquette da classifica (Pink, Rihanna ecc.). Si, “Underneath” ha più identità (“Check Your Attitude” tira fuori il punk!), ma livellate dalle capacità vocali della Beck e da un manipolo di musicisti che taglia e cuce il tessuto musicale con ordine ed efficacia, ma senza risultare troppo essenziale. In due parole: ottimi arrangiamenti. Fanno parte della comitiva Beck anche la figlia e il suo compagno James Christian, alla produzione. Si lui, il cantante degli House Of Lords e quel clima un po’ è percepibile nell’album. Tuttavia nulla sembra lasciato al caso e “Underneath” è tra le cose migliori che dalla scena americana possano arrivare. Certo, è un lavoro tradizionale, non improntato alla novità, ma non mi permetterei di usare il detto “gallina vecchia…” perchè qui siamo in presenza di una signora, e prima ancora di una gran voce.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10