(Bakerteam Records) Seguo con interesse e simpatia i Bejelit fin dall’esordio “Hellgate”, del 2004, quando i nostri si dedicavano esclusivamente alle vicende del fumetto “Berserk” con un power/thrash molto classico: otto anni dopo, posso affermare senza problemi che è sorprendente quanto sia dinamico oggi il sound della band e quanto si sia evoluto nel corso del tempo. “Emerge” è il quarto full-length ed esce per la Bakerteam Records, etichetta giovane ma assai accorta nei suoi primi movimenti di mercato. L’iniziale “The darkest Hour” si avvicina molto al death ma conserva notevoli aperture melodiche di matrice power, soprattutto nella seconda parte del brano. Anche “C4” è un pezzo dalle due anime, distesa la prima e serrata la prima: la prestazione vocale di Fabio Privitera è violenta e rabbiosa. I trascorsi thrash emergono in particolare, ma senza mai essere eccessivi, nella titletrack, mentre con un mood davvero moderno è “Don’t know what you need”. Melodie trascinanti, con un sottofondo avvolgente di keys e chitarre acustiche, in “To forget and forgive”; in “Dancerous” la melodia portante è affidata nientemeno che al violino di Laura Francorsini dei Furor Gallico, e ci troviamo così nei pressi degli Elvenking più sperimentali. Anche “Triskelion” ha una melodia decisamente folk; se invece volete del power quasi alla Sonata Arctica (e questo testimonia ancora la varietà del disco) ascoltate “The defending Dreams Battle”. Le sorprese non sono finite: “Deep Water” è un caleidoscopio di ben 11 minuti dove momenti pianistici, partiture epiche, improvvise aperture folk dimostrano ancora una volta che non siamo certo in presenza del ‘classico album power’. Si chiude con la semiballad acustica “Boogeyman”. Inutile dire che se i Bejelit fossero svedesi gli avremmo già costruito un monumento!
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10