(Nuclear Blast) I Belhegor sono tra le migliori band in circolazione nell’ambito blackened. Gli Austriaci sono una maledizione in terra! Devastanti, neri, assassini, violenti. “Blood Magick Necromance” ha dato una buona dimostrazione di queste caratteristiche e ora ecco l’avvento di un nuovo abominio, il quale sembra essere un gradino più in basso rispetto al precedente succitato. “Conjuring the Dead” non è manchevole di atmosfere oscure, durissime, brutali eppure la capacità di stupire e concretizzare in suoni un atteggiamento estremo e ricco di malvagità sembra essere ad un livello inferiore. Tuttavia è il caso di scansare equivoci, “Conjuring the Dead” è un lavoro dei Belphegor al cento per cento, al massimo pecca di un songwriting forse meno ispirato, pur tenendosi dentro i principali aspetti compositivi di Helmuth e Serpenth. Dunque il ripetersi del tipico stile violento e oscuro, giocato tra atmosfere teatralmente orride e aggressioni portate a velocità disumane, si ripropone ma non si rivitalizza in questo album, il quale vede ancora una volta il supporto della Nuclear Blast. Se un brano in mid-tempo come “Flesh Bones and Blood” risulta essere il pezzo più intrigante, dunque ben lontano dalle celebri serrate e annichilenti mazzate dei Belphegor, ma più vicino a certe cose mostrate del precedente lavoro, allora la cosa può essere indice di quanto il duo abbia espresso un’idea artistica statica e probabilmente non del tutto evoluta. Anzi, ascoltando la successiva “Lucifer, Take Her” quasi sembra di udire qualcosa di provenienza Cradle Of Filth e dunque ecco che le perplessità aumentano proprio in questo frangente, ovvero verso la chiusura dell’album, dopo circa mezz’ora su trentasette minuti totali e dove la sensazione di avere udito aspetti estremi, oscuri, pregni di essenza demoniaca ma per certi aspetti abusati.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10