(Ván Records / Soulfood) Imponente e maestosa la parte iniziale dell’opener “Vredeloos”. Riff tintinnante poi arriva un quattro quarti della batteria lento ma inesorabile. Un qualcosa molto Asphyx, poi però tutto accelera in maniera ragionata ed emerge del black/blackened death metal agile, melodico ma non per questo esente da scelte classiche. La stessa opener sconfina poi in ruvido e ottuso black metal. Meno di 45′ per fissare la propria dialettica musicale da parte degli olandesi, ovvero impostando pezzi che a partiture segnate da mid o low tempo, seguono impennate raw black metal. Tuttavia di raw non c’è il suono. Ogni singolo strumento ha il suo spazio ed è affiancato all’altro. Nell’album compaiono anche due pezzi che costituivano il demo d’esordio pubblicato l’anno scorso, intitolato “Voortekenen”. Sono “Nagezeten” e “Rouwstoet” e rientrano benissimo nel contesto di “Aan de Wormen Overgeleverd”, che vuol dire ‘abbandonato ai vermi’. Cantato in scream, ma arrivano anche strofe dove si aggiunge o si alterna un cantato che sembra in stile Andrew Eldritch. Soluzione che in certi pezzi offre un tocco viking (soprattutto in “Aan Gene Zijde”, cioè ‘dall’altro lato’) o comunque epico, mentre in altri ha un aspetto nettamente dark. Debut album interessante, perché gli olandesi della provincia del Gelderland alternano al black metal delle sfumature, soluzioni melodiche e ritmiche che restano comunque in orbita black metal. Anche la conclusiva e strumentale “Waanzinskolk” viene eseguita in questo modo, perché venti pestilenziali del black metal calano a causa di un mid tempo con una sorta di nenia iraconda e disturbata che la rende una marcia.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10