(Einheit) Alfieri del pagan più intrangigente, gli austriaci Bifröst pubblicano un terzo album maestoso e imponente, che supera i 70 minuti di durata e che, pur se non aggiunge una virgola a quanto già espresso dalla scena in questione, si rivela comunque un ascolto coinvolgente. La rabbiosa opener “…um frei zu sein” (“…per essere libero”) potrebbe ricordare la furia degli Equilibrium; trascinante, grazie soprattutto al suo refrain, “Runde um Runde” (“Giro dopo giro”). “Blutrote Nacht” (“Notte rosso Sangue”) svela un’anima più folk, vagamente alla Finntroll, mentre “Hofnarr” (“Il Giullare”) va forse addirittura nella direzione dell’epica degli Ensiferum o dei primi Turisas. I brani successivi (fra di essi spicca la ritmata e decisa “Kaltes Herz”, cioè “Cuore di Ghiaccio”) sembrano enfatizzare questo aspetto quadratamente folkeggiante. “Raue See” (“Mare Sporco”) arriva quindi addirittura a sonorità da taverna e da ballata scanzonata, poi il disco cambia improvvisamente rotta, e abbiamo i sette minuti drammatici e potenti dell’ottima “Rückkehr des Mönchs” (“Il Ritorno del Monaco”), canzone che non nasconde affatto la propria affinità con il pagan/black più epico, alla Moonsorrow o Black Messiah. Epica è anche la conclusiva “Wer mit dir steht” (“Chi sta con te”). Una piccola summa pagana che, in questa generale riduzione delle uscite ‘vichinghe’, potrebbe attrarre un pubblico relativamente vasto nonostante il cantato in tedesco.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10