(Mother Fuzzer Records) Esplosivi, cattivi, travolgenti. A volte mescolando due sostanze chimiche ottieni una reazione imprevista, che non sembra essere la semplice unione di due cose. Ed è questo che è successo con i Milanesi Black Bear, che tre anni fa hanno deciso, tra amici, di dar vita al progetto musicale mescolando riffoni anni ’70, con del malsano e tossico southern rock il tutto in una soluzione di sonorità moderne. La reazione chimica è appunto esplosiva e materializza quasi tre quarti d’ora di rock, hard rock, rock settantiano, rock metallaro, rock esplosivo, pericolosamente deflagrante. Con due simil cover, tra queste “We Are Black Bear” ispirata a “We Are An American Band” dei Grand Funk Railroad, riescono a trasmettere una carica elettrizzante ed impattante che si mantiene intensa durante tutta la durata del disco. Sconvolta “Balls Out (Down)”, sfacciata e scorbutica “Dancefloor On Fire” dove la voce di Neil si rivela con tutta la versatilità e potenza disponibile. Bellissima la southern “Never Easy”, una ballad con atmosfera desertica e soleggiata. “Don’t Need You” è un hard rock tirato e appesantito, con una idea melodica decisamente efficace. Intensa “Time”, sia nella parte più profonda ed emozionale che in quella più rockeggiante e pesante. “Red Moon Rising”, dodicesima e conclusiva traccia, chiude in bellezza con una impostazione in assurdo equilibrio tra l’epico ed il southern. Un album sincero, suonato e cantato veramente bene, capace di trasmettere vibrazioni, di esaltare la mente, instaurando un profondo e morboso desiderio di divertimento e sballo. Una band italiana che vanta già una marcata identità artistica compatibile con una visione internazionale.
(Luca Zakk) Voto: 7/10