(Primitive Reaction) Fondato ben diciassette anni fa, il duo finlandese Black Beast ha pubblicato un EP ed uno split… ma nei primi anni di carriera. Poi un inspiegabile silenzio assoluto. Ora, finalmente, arriva il debutto su lunga durata, seguito all’EP omonimo del 2005 il quale attrasse l’interesse di pubblico e stampa. Il progetto, che ha ripreso vita anche dal vivo, è ora un trio, visto che è stato assunto un batterista fisso, Lord Sipilä dei connazionali Fatherland, cosa che sicuramente contribuisce a rendere questo “Nocturnal Bloodlust”, ascolto dopo ascolto, una perla di devastazione spietata. I brani danno l’assalto offrendo teoricamente del raw black metal, ma la verità è più ricercata e sostanziosa! I brani sembrano ispirati ai Motörhead… o meglio ai vecchi Sodom… ma per i Black Beast tutto è più rocambolesco, veloce, furioso ed immensamente dannato! Sembrano quasi un incrocio tra Mysticum, a causa di quell’incessante massacro offerto e, appunto, i primi Sodom, il tutto con tematiche esplicitamente orientate all’adorazione di Satana! Fantastica“Black Seremony”: diabolicamente veloce, anche se un’evoluzione con dettagli di tastiere ed un riffing cadenzato, materializza un’atmosfera che è un preludio alla sfuriata finale. La radice vecchi Sodom (con influenze vecchi Kreator) emerge con brani quali “Riding on Wings of Death”. Irresistibile il groove di “Your Cold Grave”, disumana “Words of Leviathan”. Ipotesi di mid tempo e di melodia con l’ottima “Unholy One”, la quale comunque non nega all’ascoltatore una buona dose di riff infernali. La title track è violentissima ma con subdole divagazioni punk, poi cancellate da un tiratissimo assolo di grande efficacia. Il feeling a-là Mysticum con quel marcio a-là Sodom è palese su “Fist of the Devil” e sulla conclusiva “Symbol for My Devotion”. Album suonato in maniera disperatamente efficace: nessuno effetto, nessun campionamento… solo ritmi forsennati, odio a trecentosessanta gradi, velocità dal gusto suicida e qualche occasionale rallentamento per prendere fiato, per esaltare… per poi infliggere ulteriormente dell’altro male. Efficaci le linee vocali dello scatenato Infernal Tormentor Necrocorpse von Demonblood, mentre il lavoro di chitarra di Ruumisruhtinas appare come un’assalto sonoro privo di qualsivoglia barlume di umanità. Black metal senza fronzoli, senza chiacchiere: qui è tutto nero, depravato e deliziosamente demoniaco! Un album che vuole essere la colonna sonora della conquista del supremo trono del mondo degli inferi!
(Luca Zakk) Voto: 8/10