(Svart Records) Doom e mellotron. Sonorità vintage e heavy metal graffiante. Sublime mix di fattori esplosivi che convergono in questo EP il quale ingloba i Cathedral che vengono deviati verso uno stile compatibile con i Candlemass tendendo tuttavia verso un folk/hard/psycho britannico. Serve fantasia e creatività per sfornare un simile mix, e serve attenzione per poter assorbire completamente tutti gli aspetti della musica dei Black Magician. Sembrano senza tempo, un ensembe di musicisti che dopo un viaggio nel tempo convergente -futuro e passato che si scontrano- riescono a genere questo sound davvero unico e importante, un sound che porta la band verso una impostazione più pura e talvolta primitiva quando comparata con il debutto del 2012. L’EP riesce a spiazzare: la title track è metallo duro, e lo stile è esattamente quanto descritto sopra. “Grene Knyght” sconvolge: acustica, magica, sublime… con una componente folkloristica imponente, un salmo musicale ed un’atmosfera così sensuale da portare la mia mente a certi momenti compositivi di Ayreon. “Black Henbane” chiude l’EP con schizofrenia e pazzia: una sessione ritmica contorta, tastiere che si scatenano: siamo alle soglie dello space rock, siamo ai confini dell’impostazione stilistica degli Hawkwind, assoli fulminei, tastiera impazzita, suoni ululanti. Sembra tutto confuso? Un ammasso di stili incompatibili sbattuti su tre tracce? Si, forse. Sicuramente è quello che pensavo pure io ai primi ascolti. Ma successivamente la dimensione eterea che si scatena a spirale dall’ascolto di questa tredici minuti di musica è riuscita ad avvolgermi, e l’EP ha iniziato a crescere dentro di me, mostrandomi la genialità, la fantasia, la deviazione. Questa è musica per la quale rimarrò in attesa del full length. Con ansia ed impazienza. Nel frattempo “The Pursuivant EP” esiste solamente in vinile, e su questo non posso che essere completamente d’accordo.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10