(Sun & Moon Records) Una soave melodia a cavallo tra folk, dark ambient e black. I Blaze of Sorrow, Italiani, arrivano così alla prima pubblicazione che segue l’ottimo terzo full length “Echi” che ormai risale al 2012. Questo EP riprende i contenuti di un altro EP del 2010, “Unreleased EP” e ci aggiunge due nuove emozionanti tracce. Il viaggio è sempre profondo, alla ricerca di tutto quello che sta nelle ombre tra la luce ed l’oscurità, dentro le quali si cela, si sviluppa, si esalta … e poi muore la mente umana. Malinconia, decadenza, tristezza ed una solenne fuga solitaria nel proprio io sono ciò che viene espresso con questi cinque monumentali brani. L’unione tra il psicologico e l’etereo, tra la natura e la sua esaltazione folkloristica sono espressi con maestria e assoluta capacità di coinvolgere, travolgere, imprigionare l’ascoltatore. Atmosfere magiche con la title track, che convoglia verso la stupenda “Trascendenza”, un pezzo lungo ed affidato ad un pianoforte ipnotico, pieno di orrori, terrori, paure. La traccia cambia verso metà durata introducendo la pesantezza del black atmosferico, arricchito da minimali espressioni vocali, dominate da quel respiro umano che si sente a tre quarti di durata, un respiro che da solo riesce ad esternare una malinconia mostruosa, una tristezza irreversibile, una desiderio di fine assoluto. Crea assuefazione la chitarra classica di “La Danza Dell’Anima” e quel finale che riproduce il rumore del mare è la naturale trasformazione della musica in elementi della natura, tutti possenti, poderosi, assoluti. “Acqua” espande la malinconia e dimostra capacità compositive ed esecutive notevoli di questo duo mantovano., mentre la conclusiva “But, What Ends When The Symbols Shatter?” è armonia tetra che si materializza davanti all’ascoltatore e quasi mi ricorda una unione perversa tra un folk pieno di toni di grigio -anche grazie alle calde linee vocali- e musica di bands come i norvegesi Beyond The Morninglight… tanto che in ogni secondo di questi abbondanti sei minuti ci si immagina la grandiosità del mellotron, strumento che rende più scuri quei toni di grigio, con quelle ombre danzanti che diventano improvvisamente impenetrabili. Una perla nera. Espressione artistica immensa. Titolo perfetto per un’opera che veramente descrive il vago, lo sfuggente, il vacuo di una vita che erroneamente ci sembra brillante, immensa, eterna.
(Luca Zakk) Voto: 9/10