(Silent Future Recordings) Black metal, assolutamente black metal. Sono un duo, o forse è uno solo, ovvero Card dei Blodtår. Una entità che sbuca fuori dai sobborghi di Stoccolma, devota alle tenebre più assolute, al vuoto totale, allo spirito più puro del black metal, tanto che il titolo dell’EP è perfettamente in linea con le sonorità grezze che ne fuoriescono, violente, certo, ma tutt’altro che primordiali, anzi! È un black ruvido più legato al nuovo millennio 2000 che agli anni ’90, e se la opener “Curses’ Salvation” si rivela un pugno in faccia, nonostante quell’aura melodica che emerge, ecco che “Blestemata” rivela una ricercatezza sonora interessante: niente violenza gratuita, piuttosto anfratti sulfurei esaltati da arpeggi oscuri, mid tempo accattivanti e dissonanze che abbracciano il caos, entrandone a far parte con senso di trionfalismo. L’incedere di “Rebellious Webbed Wings” è irresistibile, seppur malato e perverso, un brano che in qualche modo ‘diminuisce’ la qualità del suono a favore di una percezione di vicinanza intima agli inferi più nefasti. Brutale e ai limiti dell’industrial “Glowing Earth”, marziale e assetata di sangue la conclusiva “I Am His Light”. Un EP che vuole essere sia un tributo al black metal, che un primo passo di un lungo percorso verso il lago Cocito, sul fondo dell’Inferno, nella Giudecca, laggiù ne nono cerchio dove brilla l’oscura scintilla vitale del black metal più puro.
(Luca Zakk) Voto: 8/10