(Breaking Records) Le note promozionali li presentano come dei veterani dell’heavy metal, e effettivamente il primo embrione degli austriaci Blind Petition risale addirittura al 1974: però nella loro musica c’è poco (se non niente) di metal con la M maiuscola. Il settimo full-“length” della band, che segue dopo una pausa di ben sette anni il precedente “Bloody Reunion”, propone infatti un rock ‘da birreria’ che ha nel suo essere easy listening il pregio fondamentale. Fra le commistioni fra hard rock e grunge di “People”, il tocco southern di “Higway Devils” e quello da blues sporco di “Gods of Rock’n’Roll”, o le armonie vocali di “Feelin’ high”, il tempo passa in fretta e piacevolmente, ma c’è il rischio di dimenticarsi della band appena spento il lettore. In ogni caso, qual è il pezzo migliore? Certamente la fluviale “How long”, con il suo refrain grande come la vita. Se vi serve un po’ di carica per lo stereo dell’auto, accomodatevi pure, non resterete delusi.
(René Urkus) Voto: 6,5/10