(Terror Noise Records) Ultimamente stiamo assistendo ad una vera e propria invasione di bands thrash metal, molte delle quali provengono dal Bel Paese. Sono in molti a bollare questo rinnovato interesse come l’ennesima moda passeggera alla quale accodarsi. Chiacchiere da bar, dove tutti sono esperti, un po’ come nel calcio, in cui sono tutti quanti sono allenatori mancati. Discorsi che lasciano il tempo che trovano; l’unica cosa che conta è la musica. I Lombardi Blindeath propongono un thrash metal ancorato agli anni ’80, con la ferma intenzione di rifarsi totalmente a quell’era d’oro che essi non hanno vissuto, vista la giovanissima età dei componenti. Non appena parte l’opener “Blood And Guts”, vengo investito da riffs serrati, una batteria ossessiva e una voce rauca e “maleducata”, alla Whiplash. Un ottimo inizio, non c’è che dire, ma la band si supera con la successiva “Murdered By The Beast”: ad un certo punto non riesco a controllarmi, la testa si muove da sola in un furioso headbanging, facendo volar via le cuffie che avevo dimenticato di avere alle orecchie. Il brano ha tutte le caratteristiche del perfetto pezzo thrash: un riff iniziale velocissimo, improvvisamente stoppato da uno cadenzato che parte dalla cassa destra e successivamente doppiato nella sinistra prima di dare il via ad un mid tempo da headbanging selvaggio. L’accelerazione durante il ritornello è travolgente e dal vivo scatenerà un pogo allucinante; gli assoli sono taglienti e di ottima fattura. “Toxic War” è breve e veloce, molto influenzata dall’hardcore per un pezzo stilisticamente vicino a D. R. I. e Municipal Waste. “Moshing Maniax”, come si deduce dal titolo è un inno al pogo con una continua alternanza di parti velocissime e mosh parts cadenzate. La successiva “Arcadia” è meno serrata e traspare una vena melodica per un pezzo che è l’ideale punto d’incontro tra N.W.O.B.H.M. e i Motorhead. La strumentale e acustica “2977” introduce l’arrabbiata “Rebels Die Hard”, song che vede alla voce lo special guest Gianluca Perotti, singer degli Extrema che offre un’impeccabile prestazione. “Welcome To The Thrash Party” è un mid tempo spezza ossa, dal chorus anthemico e adatto ad aizzare la folla dal vivo. La conclusiva “Feast Of blood” è la canzone più lunga dell’album e mette in mostra nuovamente il lato melodico della band, che musicalmente fa il verso agli ultimi Kreator, con una buona alternanza tra parti aggressive e melodiche. La produzione dell’album è potente ma ruvida al punto giusto per esaltare lo stile diretto del combo. Dopo gli ultimi lavori di Exodus e Overkill, secondo me, questo “Into The Slaughter” è il disco thrash dell’anno!
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10