(Indie Recordings) Punk sociale norvegese. Bollerei semplicemente così questo album dei Blodig Alvor, in quanto norvegesi di Aalesund i Blodig Alvor e che si esprimono nella loro lingua. Pare che cantino di frustrazione sociale o comunque delle frustrazioni che la società procura e tutto questo attraverso un punk essenziale, corrosivo, più volte manomesso dal rock datato. Stupisce come “Mørkets Frembrudd” proponga la vera radice del punk senza troppe annacquature, rivisitazioni o derive moderne. Quante volte l’aggettivo punk viene utilizzato in modo improprio o per indicare quantità inferiori a quelle prospettate da qualche etichetta o agenzia che pubblicizza i propri artisti. I Blodig Alvor sono punk e quando fanno i rockettari è perché riprendono sonorità rock ‘n roll o comunque derivate da esso. Ne nasce un sound tra il vintage e una sincera e graffiante bordata di pezzi che sono un vero assalto sonoro. Riconosco che c’è un ché di piatto nell’album, cioè i pezzi finiscono con il somigliarsi eppure l’ascolto attento e magari ripetuto poi porta a familiarizzare con tutte le nove canzoni. “Mørkets Frembrudd” non è un capolavoro, ma è dannatamente sincero e onesto nella sua attitudine ed energia che tramette.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10