(Soundage Productions) La definizione ‘Orc Folk Metal’ mi ha subito incuriosito, ma i romani Blodiga Skald non sono la solita ‘band da taverna’: nel loro sound entrano numerose influenze, che rendono “The undrunken Curse” un disco vario, sfaccettato e originale. Tra l’altro, i testi disegnano un concept demenziale: la band, ovviamente un gruppo di orchi rozzi e belluini, è stata colpita da una maledizione e ora non può più ubriacarsi… “The Curse” inizia su rassicuranti toni da osteria, ma si scatena poi su cadenze finntrolliane: notevolissimi il growling profondo di Axuruk Jejune e le sezioni orientaleggianti. Molto orecchiabile il violino di “Yargak”, un brano che fa pensare addirittura ai Turisas, mentre “Estelain” è una violenta ‘metallizzazione’ di un celeberrimo Saltarello della tradizione medievale. La dolce ballad acustica “Spirits of Water” ha un finale, diciamo così, inatteso; nella pomposa “To The East Of Sorrow Town (Circus Of Pigsley)” c’è davvero di tutto, da melodie che sembrano russe alla musica classica, da passaggi orchestrali a pagan ostinato. “Yo-Oh The Sail Is Low” unisce le atmosfere piratesche degli Alestorm a una dimensione sinfonico-cinematografica, per un altro risultato assai riuscito. Con la bonustrack i nostri si lanciano addirittura nella techno… un disco sorto in ambito mediterraneo, ma che merita il rispetto di analoghe produzioni scandinave.
(René Urkus) Voto: 8/10