(Non Serviam Records) Giungono al quinto album gli olandesi Bloodphemy, con un concept che narra di violenza subita poi trasformata in violenza inferta, di sete di sangue e vendetta, il tutto musicato attraverso nove tracce rabbiose, dove il brutal death statunitense incontra il death svedese, filtrato attraverso sfuriate thrash e vocals ora cavernose, ora isteriche non lontane dal miglior Glen Benton. Un brano come “Sanity Obfuscation” rappresenta pienamente tutte le sfaccettature del sound della band: il riff iniziale è di chiara scuola slayeriana, per poi evolversi verso il punk/crust all’altezza del ritornello, seguito da una parte solista di matrice svedese che precede la ripresa nuovamente slayeriana. “Metamorphic Disposition” farà la felicità dei fans di Deicide e Cannibal Corpse, tra riff contorti e claustrofobici e sfuriate belluine. Molto variegata la title track, tra riffoni cadenzati, accelerazioni e sinistri arpeggi, con un incedere meno veloce e più incentrato sulla potenza. “Crimson Redemption” alterna ritmiche devastanti e parti mosh, con un finale straniante, ricco ancora di arpeggi ed armonizzazioni che mi hanno riportato alla mente “Dead Skin Mask” degli Slayer. Un altro grande album di death metal, in un’annata dove le soddisfazioni per gli amanti del genere non sono mancate.
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10