(Nuclear Blast Records) Cos’è il blues-rock? Specialmente in questa era moderna dove ci sono costanti ritorni al passato alternati ad immensi salti nei meandri della modernità assoluta? Beh, Blues Pills -e non solo per il moniker- sono un po’ la risposta intelligente ad una domanda del genere. Qui tutto è un mix. Sia la musica che le origini della band: la cantante, con una fantastica voce soul, viene dalla Svezia; basso e batteria dagli USA, mentre e il valido chitarrista dalla Francia. E in questo secondo lavoro (che fa seguito all’omonimo debutto) si sente l’influenza multiculturale, si sente una gioventù che cresce, esplode, trova una dimensione sonora e creativa assolutamente efficiente, con una forza emotiva non indifferente, sia a livello musicale che nei coinvolgenti testi… senza dimenticare che questi ultimi sono interpretati dalla fantastica ed irresistibile voce di Elin Larsson. Intensa la title track in apertura, ricca di groove, carica energetica ed un ottimo refrain. Ottimo sound vintage su “Little Boy Preacher”, sensuale e atmosferica “Burned Out”. Liturgica “I Felt a Change”, fantastica “Gone So Long”, con Elin che supera se stessa. Un po’ di sound pop su “Bad Talkers”, penetrante “You Gotta Try”, trionfante ed epica la conclusiva “Elments And Things”. Dieci tracce molto ben composte e suonate. I Blues Pills sanno il fatto loro e musicalmente giocano benissimo con il loro potenziale, il quale è piuttosto vasto. Certo, siamo lontanissimi dal metal. Ma forse no. Vogliamo parlare di origini? I Blues Pills scavano nel profondo, tornano al nucleo… e ci aggiungono un equilibrio temporale di attitudine psichedelice, dando vita ad un disco romantico ma energetico, brillante ma oscuro. In fin dei conti questo è del blues, con la sua tradizionale decadenza, con l’ulteriore iniezione del declino dell’era moderna.
(Luca Zakk) Voto: 8/10