(Massacre Records) Thomas Gurrath insiste nel riproporre la tripartizione della sua creatività musicale, attraverso Debauchery, Blood God e Balgeroth. “Dracul Drakorgoth” è un titolo truce e forse pacchiano, però ben centrato sull’essenza della suddetta trinità, anzi la “Trinity of Blood Gods” come la usa chiamare il suo creatore e riassunta appunto nel nome Blutgott. Attraverso Debauchery e la sua voce mostruosa, nonché la sua versione tedesca, cioè Balgeroth e infine la voce canonicamente heavy metal per Blood God, restituiscono questa rivisitazione degli AC/DC, i Judas Priest, un po’ di Slayer e l’heavy metal in generale. Sostanzialmente identiche le tre espressioni per trenta pezzi totali, suddivisi equamente tra le versioni del progetto Blutgott. La scelta quella di Gurrath si ripete ancora e diventa dunque doveroso sottolineare che a questo punto è un inflazionare la stessa musica proposta dal musicista tedesco. Suonare lo stesso album per tre volte cambiando solo il cantato è pittoresco la pria volta, inspiegabile la sua reiterazione. Ad ogni modo “Dracul Drakorgoth” risulta catchy come i precedenti lavori. C’è la solita concentrazione formale di riff possenti, poderosi, rocciosi e dunque grondanti di un buon groove. Riff netti, sorretti da un drumming scandito, semplice ma robusto. Un po’ di assoli per dare qualche scintilla in più, per canovacci in fondo semplici e uguali a sé stessi dall’inizio alla fine. Thomas Gurrath non propone novità, mostra la stessa maniera di comporre e presenta il tutto attraverso tre versioni identiche dell’album, con la sola voce e qualche equalizzazione a cambiare tra Debauchery, Blood God e Balgeroth. Con tutta onestà, nonostante questo ripetersi ed essere prevedibile da parte di Blutgott, “Dracul Drakorgoth” è comunque accattivante e un pochino di più delle precedenti cose pubblicate.
(Alberto Vitale) Voto: s.v.