(Cyclone Empire) Torna la devastante death metal band olandese e lo fa con il secondo album che prosegue l’osceno discorso iniziato un anno fa con il precedente “Malevolence”. Ancora una volta il loro death è diretto, schietto, atmosferico, potente e brutale. Ma ogni singolo riff, ogni singolo suono è sempre molto ben concepito dalla mente perversa di questi quattro infernali musicisti: non a caso la tecnica esecutiva è sempre di alto livello, e ogni singolo strumento riesce a dimostrare la propria caratteristica anche se l’ensemble è sempre l’obiettivo principale. Come il precedente, “The Coming Scourge” contiene quasi quaranta minuti di negazione della pace, di uccisione della tranquillità, offrendo riff massacranti, assoli e fraseggi alla chitarra di impattante effetto, sempre ispirati dalla scuola di grandi quali God Dethroned, Vader e Entombed. Ma nonostante la lezione dei maestri sia ben chiara, i Bodyfarm vantano personalità, elargiscono idee originali, evoluzioni sonore uniche, in grado di annientare, distruggere, uccidere. Pezzi come la title track sono autentiche mazzate, e proposte in sede live (attività della quale i Bodyfarm sono dei fedeli sostenitori) possono solo causare ampi spargimenti di sangue. Il vocalist continua il suo lavoro letale offrendo growl poderoso, arrivando ad una distorsione vocale che tocca anche zone quasi appartenenti al black metal. Avvincente “The Well Of Decay” con la sua evoluzione melodica che è un autentico monumento alla decadenza. Perverso l’arpeggio dominante su “The Frozen Halls” capace di dare al pezzo una identità malvagia, velenosa, subdola, fino all’evoluzione veloce del finale. Riff spacca ossa su “The Siege Of The Mind”, ritmo assassino su “Vortex Of Terror”, e generale costante impostazione sulla chiave della furia totale per il resto delle canzoni. Come ci hanno abituato in precedenza, anche questo album offre una cover d’eccezione, e questa volta si tratta di “Enter The Eternal Fire” dei Bathory la quale in mano alla band olandese assume un tono più potente ed aggressivo, con una impostazione più epica grazie al timbro vocale del cantante. Interessanti i personaggi coinvolti a dimostrazione che i Bodyfarm ci credono davvero e che vogliono proporre il massimo: guest vocal Dirk Willems degli Once Begotten sulla title track, assolo suonato da Stephan Gebédi di Hail Of Bullets e Thanatos sulla micidiale “Der Landkreuzer”, e collaborazione per le orchestrazioni (comunque mai dominanti) a cura di Pasi Pitkänen, un premiato tecnico del suono del team del videogioco Angry Bird (e amico della band!). Efficaci. Un album che emette un suono poderoso, pieno di carica, di energia e con una componente gloriosa che rende ancora più mortali le idee di devastazione concepite. Death metal puro, vero, pieno di fantasia e creatività.
(Luca Zakk) Voto: 8/10