(Memento Mori) Esordio discografico per i deathsters Spagnoli Bokluk. Non è la prima volta che dalla penisola Iberica vengono fuori bands di rilievo in ambito estremo, basti pensare a gruppi come Avulsed o Haemorrhage. I Bokluk propongono un death metal old school, sulla scia di bands come Autopsy, primi Death, Carcass, Repulsion e Terrorizer. L’album si apre con “Psyche”, suggestiva intro elettronica seguita da “Nomenclature 22Q13”, brano che parte arrembante con riffs veloci e batteria martellante alternati a repentini rallentamenti, in perfetto stile Autopsy. “Nausea” alterna un riffing alla Entombed ad accelerazioni e blast beats ai limiti del grind. Verso la fine la canzone rallenta, questa volta ai limiti del doom, per poi ripartire col riff iniziale. “Creed Of Excruciation” è un mid tempo con un riff pesantissimo e accelerazioni che ricordano i Morbid Angel. “Excrement” è decisamente più aggressiva e vicina al sound di Terrorizer e Lock Up. A dire il vero, nonostante le varie influenze sopra elencate, le canzoni tendono ad assomigliarsi un po’ tutte: prese singolarmente sono ottime, ben suonate e aggressive. Ma dopo tre o quattro pezzi la noia fa capolino a causa della eccessiva omogeneità che li caratterizza. Qualche buona idea si trova in “Neoteny Disclosure”, con un bel rallentamento a metà canzone. Le successive “Mindfuck Self” e la title track nulla aggiungono a questo lavoro. La produzione è sporca e un po’ impastata come quelle death/grind degli anni 90. Già in quel periodo c’erano centinaia di bands che copiavano senza proporre nulla di nuovo. Sono finite tutte nel dimenticatoio, cosa che credo succederà anche ai Bokluk.
(Matteo Piotto) Voto: 5/10