copbones(Planet Metal) Chicago è in fiamme! I Bones hanno un sound che devasterà quella città e le sue limitrofe. Death metal e crust che copulano in una registrazione fatta senza orpelli. La batteria è piena e non ovattata e le chitarre marciscono in riff agguerriti, massacranti, da sfinimento. Un sound crudo, arroventato. Bastardo, nel più puro senso della parola. Master, Death prima maniera, accenni dei Black Sabbath, e poi Discharge e Motorhead: un corollario di cose e sonorità che storpiano gli altoparlanti e invadono il mondo senza curarsi dei danni che provocano. I Bones sono in tre e fanno un baccano infernale, esibendosi con pezzi avvincenti, su di giri, niente crolli e cadute. Tirano diritto per la loro strada senza il benché minimo scrupolo. Una locomotiva lanciata che investe ogni cosa. C’è tanta sporcizia in tutto questo e mi rendo conto che sonorità del genere non sono per tutti ma…questa non è roba per la pulizia, la perfezione e la finzione. Gli assoli sono talmente sfrenati che quasi ci senti del rock and roll dentro. Immaginate queste sfumature in cose che devastano con torbida cattiveria e in atteggiamenti slayeriani. Un macello. O forse fottuta pazzia, da leggere come ‘genialità’. Mi sa tanto di spiriti liberi questo album, qualcosa che non ci si inventa così, per caso. Non si po’ essere normali, nel senso largo del termine, se vuoi devastare l’intero creato e chi lo ha realizzato. Quando “Sons of Slaze” sarà nel vostro stereo, girate la manopola del volume a livello di denuncia. A bussare la porta non sarà il vicino o la polizia, ma il Creatore che con gli occhi iniettati di sangue vi chiederà che diavolo (!) state combinando!

(Alberto Vitale) Voto: 8/10