(Pure Steel) Apparsi sulla scena alla fine degli anni ’90, gli statunitensi Born of Fire (di Phoenix, Arizona) si ripresentano all’appello dopo una assenza piuttosto lunga: il loro secondo full-“length” è un concentrato di us power metal molto tosto e quadrato. I membri della formazione hanno un grande affiatamento, e hanno già suonato insieme in diverse formazioni underground. Vediamo allora le parti più significative della scaletta. Se “Cast the last Stone” ha quel mood solido e tirato che mi fa sempre pensare agli Iced Earth, la titletrack paga dazio a certa NWOBHM molto ruvida, e “Echoes of the Lost” butta nel mucchio addirittura archi e tastiere: tre brani molto diversi fra di loro ma ugualmente convincenti. Con la tagliente “Spirituale Warfare” abbiamo addirittura qualche passaggio così intricato che si avvicina al progressive, siamo in piena zona Fates Warning! “In a cold World” ha certe progressioni serrate che fanno pensare al power/thrash; “Tears” è la ballad (breve) che non ti aspetti in un disco così arcigno, infatti in scaletta c’era già stata una power ballad con passaggi acustici molto più in linea con il resto dei pezzi, “Last Goodbye”. 43 minuti effettivamente fiammeggianti, per gli appassionati di una scena statunitense florida come non mai.
(René Urkus) Voto: 7,5/10