(Go Down Records) Emozionante e inusuale il percorso artistico del quartetto doomgaze Bosco Sacro. All’attivo hanno un solo disco, “Gem” (recensione qui), un piccolo capolavoro di musica emozionale catturata in presa diretta, in un’unica sessione… quasi come questo nuovo capitolo, un intermezzo tra il precedente ed il prossimo disco. I quattro membri vivono di diverse regioni d’Italia, lontani tra loro, quindi per dar vita a nuova musica senza la freddezza della collaborazione a distanza con pezzi di musica mandati e ricevuti in formato elettronico, la band ha deciso dar vita ad una residenza artistica, ovvero di riunirsi per alcuni giorni con il supporto dell’etichetta in una villa del XVI secolo nel nord-est d’Italia. Giorni intensi, prolifici, tra jam session e riunioni nella suggestiva cappella dell’edificio, cantando o assaporando un silenzio pregno di ispirazione. Alla fine di questa profonda sessione creativa, che ha messo le radici per il prossimo disco, la band si è esibita nella chiesa della villa, circondati dall’intimità di un pubblico caloroso, suonando pezzi da “Gem” ma anche altre composizioni che probabilmente compariranno nel prossimo capitolo. Momenti come “Dong Dee” sono sublimi, esperienze eteree come “Ice Was Pure” portano lontano nella vastità dell’immaginazione, mentre l’energia mistica di un pezzo come “Fountain of Wealth” riesce ad uscire da quella chiesa avvolgendo l’ascoltatore di questa pubblicazione, il quale non potrà non farsi catturare dalla magia ricca di folklore di altri brani, “Bosco Sacro” in primis. Un album dal vivo che va oltre l’esibizione dal vivo, che va anche oltre l’EP o qualsivoglia pubblicazione abitualmente ubicata tra gli album ufficiali. “Live at Chiesa Armena” riesce ad andare più in là, molto oltre, offrendo una pura e destabilizzante dimostrazione di genialità artistica.
(Luca Zakk) Voto: 10/10