(FDA Rekotz/Soulfood Music) I Bovine si presentano al mondo con una citazione storica stampata sul debut album, il quale contiene musica non facilmente definibile. Il quartetto di Birmingham esibisce un sound fatto di hardcore, stoner, rock, metal, grunge. A dire il vero l’etichetta discografica parla di altro, ma questo assalto sonoro invasato, sofferto, con cadenze ritmiche che ricordano proprio il grunge o derivazioni punk, sa di tutto e di niente. Non voglio intenderlo in modo negativo, ma effettivamente credo che chiunque possa trovarci una propria dimensione di appartenenza a queste canzoni. Musica con soluzioni che tendono ad un post hardcore o rock che sia, ma più selvaggio, e spunti addirittura di uno stoner portato a velocità e ritmi sostenuti ed estremi e lo stesso vale per le sonorità di derivazione grunge. La batteria è un picchiare serrato, le chitarre agitano distorsioni ben modulate e il basso riempie i vuoti, con la sua sonorità semplice e docile. Le canzoni sprigionano violenza, rabbia, protesta. In questo contribuisce anche la voce e le sue interpretazioni. Sembrano l’espressione di anime tormentate, anzi insoddisfatte. Una produzione ottimale, un set di canzoni tra il monotono e l’interessante e un’identità in via di sviluppo.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10