(Acid Cosmonaut Records) Territori inospitali generati da un trip acido senza precedenti. È questo ciò che si sperimenta ascoltando questi tre quarti d’ora di stoner psichedelico contenente massicce dosi di blues. La band francese dopotutto lo dichiara: voler integrare il buon vecchio rock (Led Zeppelin, Black Sabbath) con roba fuori di testa (Kyuss, Nebula, Orange Goblin). Il risultato? E’ sicuramente piacevole, anche perché i ragazzi sanno veramente suonare. Ma la qualità della registrazione è in fragile equilibrio tra il sudicio e decadente tipico del genere, ed il mal registrato. E’ un vero peccato in quanto le idee sono buone e tracce come “Lucifer” coinvolgono e trasportano, nonostante è comunque difficile trovare materiale veramente nuovo e diverso da ciò che è già in circolazione. Per fortuna pezzi come “Into the Lightspeed” sono esempi di cosa la band sappia veramente fare, e quei wah-wah impazziti, quella tastiera sconvolta e quella progressione micidiale materializzano un pezzo che da solo vale l’intero album. Anche la conclusiva e lunghissima title track nasconde deviazione mentale senza confini, con massicci concetti psichedelici che creano una autentica condizione di disturbo mentale. Hanno solo un EP ed uno split nel curriculum, oltre a questo lavoro… ed esistono da poco più di due anni. Con un po’ di impegno mi aspetto una dose più potente di questo stupefacente!
(Luca Zakk) Voto: 5,5/10