(Apollon Records Prog) Prog in chiave elettronica. Ambient. È questa la direzione del quinto album dei norvegesi Breidablik. La copertina anticipa il concept, le onde… non strettamente quelle del mare, ma quelle metaforiche, le onde che spingono avanti gli eventi, che offrono opportunità, che amplificano fenomeni di ogni tipo, da quelli fisici a quelli emozionali e, non a caso, il titolo dell’album trae un significato che racchiude proprio l’energia delle onde. Una intensità di concetto e di espressività prevedibile, visto che la band, nata a Bergen dieci anni fa, è composta da artisti di un certo livello, come il chitarrista Håkon Oftung, militante anche nei Tusmørke, oltre che Jordsjø e Elds Mark; con lui Morten Birkeland Nielsen, synth e chitarre, e Trond Gjellum (Panzerpappa, Suburban Savages, Electrond, and Mythopoeic Mind) alla batteria. La lunghissima opener “Alda” (oltre venti minuti) è un costante flussi sonoro armonioso, sognante, riflessivo, elettronica che vibra, chitarre che emergono, sogno che prende il dominio dell’esistenza. Suggestiva “Orka I”: chitarra virtuosa ed un incedere scandito dal basso che in questo album è suonato dal quarto membro della band, ovvero V’ganðr degli Helheim (oltre che session live di Taake, ex Aeternus, ex Ravengod)! Sentore epico in una dimensione cosmica con “Rán”, stupenda l’elettronica glaciale abbinata ad una chitarra sensuale contenuta in “Hraznō” e nell’oscura “Himinglæva_Kolga”, prima della conclusiva “Orka II”, traccia con vibrazioni in crescendo, un’energia che dilaga dentro un groove irresistibile. Artisticamente ispirati alla scuola di musica elettronica berlinese, i Breidablik vanno oltre, iniettano chitarre, flauti, lasciando che siano a le loro creazioni strumentali a parlare forte e chiaro. “Alduorka” è un album dinamico, quasi imprevedibile, visto che abbraccia quelle teorie ambient/synth senza tuttavia mai lasciare la radice prog rock, sempre ben presente e decisamente provocante.
(Luca Zakk) Voto: 8/10