(Season of Mist: Underground Activists) Sono un trio di Knoxville, Tennessee, questi assassini che si fanno chiamare Brodequin. Dopo tre album, tra il 2000 e il 2004 e poi uno iato, eccoli riprendere con furia la strada del brutal death metal, firmando un contratto con la sotto-etichetta della francese Season Of Mist. Un accordo per pubblicare finalmente un nuovo album e inserire nelle piattaforme digitali i precedenti tre: “Methods of Execution” (2004), “Festival of Death” (2001), “Instruments of Torture” (2000). “Harbinger Of Woe” è un sussulto tellurico impensabile, in appena trentadue minuti i tre statunitensi triturano ogni cosa. Il drumming di Brennan Shackelford è fatto di continue scariche, di continui blast beat, di rullate supersoniche e cambi e stacchi e frenesie di ogni tipo. I fratelli Bailey, Jamie al basso e voce e Mike alla chitarra, non si comportano in maniera diversa o inferiore alla feroce follia del loro collega. Il riffing è tosto, selvaggio e incredibilmente capace di riversare melodie inquietanti ma immediate. “Harbinger Of Woe” non è qualcosa di facile da ascoltare perché risulta quasi soffocante per la sua irruenza, però già il secondo ascolto lascia intendere come questa band sia piuttosto arguta e valida nello srotolare violenza e distruzione con una abile capacità esecutiva. Insomma le architetture sonore dei tre sono solide, non hanno un aspetto rassicurante, però i Brodequin non hanno poco o niente da invidiare a loro colleghi anche più illustri.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10