(Sepulchral Records) Per chi non ne fosse a conoscenza, esiste il movimento “Métal Noir Québécois” ovvero un manipolo di band canadesi spesso dedite al cantato in francese e che suonano black metal oppure ambient black metal. I precursori di quel movimento sono i Brume D’Automne con il loro debut album del 2005 “Fiers et Victorieux”, il quale diede la scintilla vitale al movimento. Dopo di allora realizzarono solo un paio di split, impiegando ben sette anni per fare questo secondo album. Athros (basso, chitarra e batteria, ex-Forteresse/Ur Falc’h) e Nordet (chitarra e voce, anche lui una volta negli Ur Falc’h) sono i due soli membri della band che eseguono ferocemente della musica priva di affinamento e plasmando un sound crudo. La stessa batteria diAthros non è triggerata e lo si capisce già dall’iniziale “Tels des Béliers”, dove contribuisce a rendere il sound più selvaggio che mai. “Traditionnelle IV” è rotolante, procede come cavalli imbizzarriti al galoppo sfrenato, il riffing è di matrice pagan metal, ma tutto dura solamente per circa un minuto e mezzo, perché arriva “L’Esprit du Courant”, brano che ricorda i primi Mayhem, con i suoi tempi lenti alternati agli up-tempo, la gelida malvagità che percorre la canzone, le distorsioni scarne e ringhianti. L’album nella sostanza procede così, attraverso un clima di puro underground black metal. “Saint Eustache – Traditionnelle V” produce melodie dall’epica malata e la conclusiva “Quand Les Corbeaux Crient Leur Ha” alza i toni e la velocità, rivelandosi il brano più sanguinario dell’album e, allo stesso tempo, il più articolato. Personalmente ritengo che “Brume D’Automne” sia perfetto per i cultori del black metal grezzo e istintivo: la mancanza di suoni livellati e la gelida e indiavolata attitudine, fanno di questo album del lodevole true”black metal!
(Alberto Vitale) Voto: 7/10