(Nuclear Blast Records) Durante i vari lock down c’è chi si è sempre lamentato e chi, come le streghe svizzere, ha sfruttato con riservatezza il lungo periodo di inattività live per comporre e registrare un nuovo album, il quale esce esattamente un anno dopo il precedente (“Dance with the Devil”, recensione qui). Per le Burning Witches, quel tempo non è stato sfruttato solo per comporre e registrare, anzi, l’idea è stata quella di arricchire la tecnica, praticare, acquisire ancor più esperienza concedendosi il tempo per curare un album nei minimi dettagli, questo nuovo “The Witch Of the North”, questo piccolo capolavoro che sovrasta con irruenza tutta la precedente produzione di questa all-female heavy band! Dopo l’epico intro “Winter’s Wrath” è la title track a dettare legge: tuonante, catchy, riff poderoso sempre avvolto nella melodia, con linee vocali eccitanti ed esaltanti che Laura riesce a spingere da una graffiante sensualità verso a livelli di rabbia estremi. Molta chitarra solista su “Tainted Ritual”, un brano poderoso che abbraccia un metal classico e senza tempo, coronato da un assolo molto ben costruito. Metallo epico, glorioso, anche se velato da una suggestiva oscurità, con “We Stand As One”, mentre la parte iniziale di “Flight Of The Valkyries” strizza l’occhio ad una ballad in stile Testament, esplodendo poi in un riff iper classico, immortale, grintoso, cattivo, assaltato da licks di chitarra pungenti ed una vocalist posseduta dal demonio. Musica e impostazione vocale di “The Circle Of Five” non possono non far pensare ai Metal Church dell’era di David Wayne, stupenda la power ballad epica “Lady Of The Woods”, un brano intenso arricchito da una sezione corale maschile che ricorda i Therion. Velocità speed metal ed incedere pregno di gloria si alternano sulla vigorosa “Thrall”, suona diabolica “Nine Worlds”, un brano le cui alte ed abbaglianti fiamme vengono alimentate da Judas Priest e thrash metal d’autore. Riff maideniani ed altra furia thrash metal su “For Eternity”, puro metallo con “Dragon’s Dream”, prima dell’introspettivo outro “Eternal Frost” il quale fa da sipario prima della cover dei Savatage “Hall of the Mountain King” (con l’assolo di Chris Caffery in persona!), a conferma dell’amore per i generi classici di Romana ed amiche. Dietro una copertina di Claudio Bergamín (Judas Priest, Arjen Anthony Lucassen, ecc), mix e master di V.O. Pulver (Destruction, Poltergeist, Gurd, Pänzer) e produzione di Schmier (Destruction), con una tematicatutta ispirata alla forza mistica delle Druidésse della cultura Celtica -donne sagge, legate alla natura, capaci di dispensare consigli, donne tanto temute quanto perseguitate- queste ragazze sbattono in faccia un album possente, ricco di metal classico, di spunti power, di thrash tradizionale, di senso glorioso, di assoli virtuosi e riff tanto epici quanto dannati. Una performance possente, supportata da musiciste di alto livello (la new entry Larissa Ernst è una axe girl grandiosa!) ed una vocalist che oltre a non far sentire la mancanza della precedente, non teme confronti verso qualsivoglia collega -uomo o donna- della scena metal di ieri e di oggi.
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10