(Argonauta Records) La qualità degli album dei Buzzard Canyon sale esponenzialmente… Dopo il buonissimo debutto del 2016, la band ha fatto gavetta in sede live e ha sfruttato positivamente la pausa imposta dalla pandemia per dare alle stampe un album maturo e terribilmente completo. La voce della chitarrista, perfettamente calata nella parte della leader del gruppo, è suadente, si contorce come la coda tranciata di una lucertola del deserto, probabile totem per dei viaggi psichedelici dove i nostri ci danno una degna colonna sonora. Un pcych-rock graffiante e sostenuto, molto orientato al rock settantiano, ma altrettanto allucinogeno. Fa sempre piacere sentire che questa musica se ne esce davvero da qualsiasi schema, risultando nel contempo attuale e nostalgica, terrestre e aliena, semplice quanto contorta. Una prova di forza, che probabilmente in chiave live acquisterebbe ulteriore qualità… Come sempre un plauso alla Argonauta.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10