(Bakerteam Records) “Flowers in Fire” sussurra le sue prime note ombrse, si sprigiona un tumulto distorto e la terra si squarcia: fuoriescono demoni e anime che vagano inquiete, in un clima horror e gotico. Il nuovo album dei Cadaveria è figlio di quello spirito camaleontico della band, capace di fondere a più livelli stili come il black metal, il dark metal, il gothic e il death metal; i suddetti però suonano in forma levigata e rivista. Il tutto per generare un figlio dannato e maledetto. Un figlio che è la personificazione dell’oscurità, con dentro le vene brividi gelidi. Non stanca mai questo nuovo capitolo del grimorio dei Cadaveria. “Death Vision” è una canzone dal clima funesto, ma si rivela in possesso di strutture grandiose; anche se per le strutture, l’arrangiamento, l’insieme dei diversi stili a brillare è “Assassin”. Si mettono in mostra anche “Apocalypse”, con la sua fase centrale sabbathiana, “The Oracle (of the Fog)” dal piglio sinfonico e “Requiem”, brano articolato e dannatamente metal, e la “modern” metal Hypnotic Psychosis”. E’ doveroso però dichiarare quanto sia maledettamente buono i livello dei pezzi e la loro capacità di coinvolgere. Un inchino, come sempre, va alla divina Cadaveria (ex Opera IX) capace di toccare diversi stili di cantato estremo. Una Dani al femminile! Ovviamente Frank Booth e Dick Laurent (chitarre), Killer Bob (basso, ex Necrodeath) Marçelo Santos (batteria ed ex Necrodeath e Opera IX) si rivelano perfetti negromanti di un clima diabolico.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10