(Osmose Productions) La Osmose è davvero una garanzia: musica di qualità, sempre. Nello specifico i francesi qui recensiti hanno intrapreso una parabola qualitativa inarrestabile e con il loro terzo album in dieci anni dimostrano non solo qualità compositive eccelse ma anche continui miglioramenti affinando un suono ormai personale e riconoscibile. Le sensazioni che fa provare quest’album sono molto varie. Certe tracce son pure ‘positive’, trasmettono una sorta di tranquillità mistica. Come essere immersi in una camera di deprivazione sensoriale e sentire nel caos il suono del quartetto francese. Il black prodotto ha una componente furiosa che mi ha ricordato più e più volte i Watain con le loro cavalcate; eppure certe tracce sono invece dei mantra oscuri e rituali molto personali e introspettivi. E la cosa che più stupisce è che il tutto viene espresso attraverso riff molto semplici nella struttura eppure ci una incisività disarmante. La registrazione è pressoché perfetta, un connubio di atmosfera, rabbia e preghiera che coinvolge l’ascoltatore senza alcun compromesso. Impossibile non ascoltare il cd tutto in una volta, quasi si è bloccati non riuscendo a spingere il tasto STOP. Assolutamente perfetti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 10/10