(Rockshot Records) Secondo album per i milanesi Calico Jack, fautori di un pirate metal affine per molti versi a quello degli Alestorm, ma decisamente più heavy sotto molti aspetti, a partire dalle produzione ad opera di Mattia Stancioiu, bombastica al punto giusto, ideale per valorizzarne la proposta. Il wall of sound creato da chitarra ritmica, basso e batteria -infatti- è oltremodo solido e base ideale per far si che la chitarra solista ed il violino possano sbizzarrirsi nelle scorribande piratesche della formazione meneghina. La voce alterna efficacemente growl profondi e harsh vocals vicine a quelle di Tom Angelripper, tanto da portarmi ad immaginare un concerto dei Calico Jack come una via di mezzo tra i citati Alestorm e Onkel Tom, dove si poga e si balla allo stesso tempo, mentre la birra scorre a fiumi. “Broadside Attack” è l’opener perfetta per in album del genere, aperto dalla melodia celtica del violino, subito raggiunto dalla parte più propriamente metal, tra riffs poderosi e vocals disumane. La title track presenta trame ritmiche che mi ricordano non poco i Megadeth, con buoni cambi di tempo i quali rendono la canzone dinamica nonostante la durata sopra i dieci minuti. “Bad Fortune” si tinge di metal classico, con sonorità alla Running Wild, “Antigua” incorpora sonorità caraibiche ed un suggestivo cantato in spagnolo, mentre “Three Cheers To Shanty man” è folkloristica e festaiola. “Queen Annie ‘s Revenge”, già uscita come singolo, racchiude bene tutte le sfaccettature del sound della band, mentre “Haul Away Joe” ha un approccio più diretto, quasi punk. La conclusiva “Sandokan” mescola folk, metal e sonorità orientali, per un brano mutevole e godibile nonostante la durata oltre il quarto d’ora. “Isla de la Muerte” è un album potente, festaiolo ma suonato con gusto e perizia, contenente pezzi nati per fare festa in sede live.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10