(Eibon Records) C’è una dimensione che si trova altrove e si chiama “Some Last Echo”. Vi si accede e si trovano sorprese sonore distribuite in un’atmosfera malinconica, spesso maestosa e poche volte dimessa, quasi smarrita. I milanesi Canaan scelgono, questa volta, l’inglese per i loro testi e musicalmente propongono un connubio tra dark-wave, il gothic e spunti anche doom, l’ambient e solo vagamente l’industrial. Tutto avviene con una più generale ricerca e lavorazione dei suoni, all’interno di un concetto compositivo che tende a un ambient spesso maestoso. “Some Last Echo” esprime comunque una sua gentilezza e una esile riflessione interiore che si abbina però alla maestosità della quale si è già detto, la quale determina l’apio respiro melodico di queste composizioni. Le dodici canzoni trasportano per davvero in un’altra dimensione, la quale vuol essere una proiezione dell’animo umano. Vi si respira il silicio dei sintetizzatori e di tutti gli allacciamenti elettronici che generano queste nubi basse, parzialmente colorate da una diffusa malinconia. I ritmi sono misurati e formano essi stessi tratti melodici determinanti.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10