(Inverse Records) Occorrono soltanto trentacinque minuti circa ai Cannibal Accident per distruggere il mondo intero. Gli estremisti finlandesi si qualificano nuovamente come una massa critica nel loro quinto album in carriera. Una massa detonante che scatena l’apocalisse, attraverso un suonare dinamico, smistato tra diversi pezzi, venti in tutto, mettendovi in scena i principi base del grindcore, death-gore e crust/hardcore. Una selva di colpi letali espressi con una registrazione esemplare, ruvida al punto giusto, chiara nel valorizzare ogni elemento della band. Ogni cosa suonata con la giusta attitudine e nella maniera old-style, senza volere sperimentare o rifinire chissà cosa. Piace anche qualche passaggio marcato, cadenzato che palesa un rallentamento effimero, come un volere prendere fiato, per poi rituffarsi con violenza oppure in assurdità, come rasoiate della chitarra alla Voivod di “When Only Fans Blow On Empty Stage”, oppure cenni ai Carcass, magari gli Obituary e Slayer. Cosa vuol dire ciò? La band sembra quasi parodiare o semplicemente citare qualcuno, portando poi tutto alle estreme conseguenze, cioè verso un grindcore su di giri. “Disgust” è l’espressione di concetti anche noti, però utili a rendere tutto il discorso parte della logica dei Cannibals. Un discorso di stile che semina distruzione, però senza nichilismo e dunque mettendoci un po’ di fantasia e magari con la voglia di andare sopra le righe.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10