(Bubble Blood Records / Defox Records) Che album strano. Che album bello! Aleggia una sensazione di mistero e paura nel sound di questo disco: basso e batteria che creano un contorno inquietante, accentato da una chitarra che rende il tutto più ansioso, oscuro, psichedelico. I Cardiac sono una strana band Italiana formatasi nel 2007, una band che vanta una bravissima Betty alla voce. C’è chi dice siano una versione dark dei Cranberries. In verità l’unica similitudine con la famosa band Irlandese è un certo timbro vocale di Betty che, a volte, e solo quando piace a lei, ricorda quello di Dolores O’Riordan. Ma se Dolores ha fatto di uno stile di canto una specie di marchio di fabbrica che talvolta, almeno per il sottoscritto, risulta noioso, Betty ha un range estremamente ampio: dal un timbro prettamente gotico, che si estende verso lidi estremi come quelli di Dolores, fino ad un caldissimo timbro più cupo, più introverso, più tenebroso ed inquietante. L’album è un intelligente mix di alternative rock, con influenze vagamente punk, psichedeliche e decisamente horror music; durante l’ascolto è infatti impossibile, partendo dalla copertina stessa, non immaginare scene paurose tipiche della filmografia horror italiana, dove questo album potrebbe svolgere un assoluto ruolo di colonna sonora. Nonostante la musica made in Italy, cantata in Italiano, non sia esattamente la mia scelta, mi sono sentito in dovere di approfondire l’ascolto, per potermi inoltrare nei meandri acustici che questa band con questa voce sublime riesce a materializzare davanti ai miei occhi. Poco più di mezz’ora di musica da ascoltare in apnea, attendendo svolte drammatiche, colpi di scena, mentre si fa incalzante la ritmica, la potenza vocale, i giochi perversi della sessione ritmica. “Tre Ore Come Lei”, dove Betty gestisce la voce con maestria (avvicinandosi ed allontanandosi dall’illustre collega con estrema disinvoltura) è un pezzo pieno di carica, dove una musica che ritrova influenze metal scandinave travolge l’ascoltatore. “Vitriol” è sconvolgente: mai prevedibile, alternativa, progressiva, allucinata, con un’altra performance vocale superba. Le tenebre diventano fitte, l’atmosfera lugubre con la misteriosa “Dell’Acqua”: pezzo da pelle d’oca, trasuda pathos, sapore metallico del sangue, stomaco che si attorciglia su se stesso con il crescendo infernale verso il ritornello. Fedele al loro songwriting, anche questa canzone è capace di innalzarsi verso nuovi orizzonti, migrando inquietudine dark verso una teoria che sfiora il jazz, tanto è alternativa. Questo è uno di quegli album rivelazione. E’ una di quelle cose che di solito vengono snobbate in quanto apparentemente ovvie, lontane dal main stream, fatte in Italia (paese non certo famoso per il rock), e cantate da una donna. Mai si potrebbe commettere errore più letale! Insensato classificare per paese di origine. Sbagliato ignorare in quanto underground. Peccato mortale rilegare un simile lavoro nel marasma dell’alternative (o come viene definito tutto ciò che non si sa bene come suoni). E sarebbe una bestemmia giudicare la band perché ha una ragazza al microfono. “Contro L’Astuta Sublime Mancanza Di Verità” è quasi un titolo profetico. La mancanza di verità è proprio la mancanza di una opportunità offerta ai Cardiac. Evolvete la vostra mente e sentitevi questo disco. Può piacere. Può non piacere. Ma le tracce rimarranno. Indelebili. Tracce rosse come il sangue.
(Luca Zakk) Voto: 8/10