(Svart Records) Dalla Bay Area arriva il terzo lavoro di questo stranissimo e musicalmente misterioso trio. Troppo facile infatti sarebbe classificarli come banalmente ‘doom’ anche se le atmosfere, le tematiche e le sensazioni trasmesse sono sicuramente assolutamente compatibile a questa realtà musicale. Anzi… Si tratta di un qualcosa che abbraccia una vasta gamma di varianti doom, iniettandoci cose strane, deviate, apparentemente fuori luogo ma maledettamente indovinate e … crudeli! Qui dentro ci sono i classici del doom (Candlemass per esempio, Lord Vicar pure). Ma anche varianti come Type O Negative. Con timide ed occasionali aperture verso impostazioni quasi death metal e derivati. Funerea, pesante la opener “Silver Eminence”, una canzone che a volte dal nulla materializza riff di una pesantezza catchy destabilizzante. Liturgica “The Resonant Dead”, lenta… fino all’improvvisa accelerazione dove la band paga quel tributo al fu Steele. Melodie malate nelle distorsioni di “Grave Passage”, con riffing e singing che vanno espressamente ad invadere territori molto lontani dal doom convenzionale (thrash e death, in primis!). “Lost Orison” è assurda: fiati, chitarra acustica… terre ad ovest ancora vergini, da conquistare, da possedere. Imponente e micidiale la lunghissima “Soul Devouring Fog”, un brano che regala suoni immensi, riff assassini, includendo nei quasi dodici minuti un po’ di tutto tra heavy tradizionale e doom occulto… però sempre con molta intelligenza ed una chaira visione d’insieme. In chiusura “After The Dry Years”, un brano complesso ed imprevedibile, che un po’ rivela i segreti impossibili, facendo capire all’ascoltatore che “Cast Away Souls” va ben oltre quello che fuoriesce dagli speaker, suggerendo ascolti successivi, ripetitivi e molto, molto introspettivi. Lume di candela. Un calice. Degustazione di sangue dal rosso luminoso ed invitante. Suoni crudeli ed ipnotici, lenti, incisivi. Un biglietto sgualcito per viaggio nell’aldilà. Un viaggio tragico. Di sola andata.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10