(Moribund Records) Quinto album in quattro anni per Carnal Savagery, prolifica band svedese nata dalle ceneri dei Cromlech, formazione considerata tra i prime movers della scena death svedese, nata nel 1990 e con solo un paio di demo all’attivo. Death metal che ritroviamo nella sua forma più classica, con chitarre in grado di scrostare gli intonaci con quel classico suono a motosega, marchio di fabbrica del Gothenburg sound. La vicinanza stilistica con i Dismember, Grave, Entombed e primi Asphyx è palese, anche se la voce di Mattias Lilja è più acuta, un po’ vicino alla timbrica di Tompa degli At The Gates. Se cercate un minimo di originalità, questo album potete pure evitare di prenderlo in considerazione, ma se invece siete in cerca di un album che letteralmente spacca il culo, allora “Into the Abysmal Void” può fare al caso vostro, grazie ad un songwriting che, pure se derivativo, risulta essere ispirato ed interpretato con la giusta furia. Impossibile tenere ferma la testa durante “Column Of Maggots”, mid tempo incalzante, sostenuto da un drumming galoppante al quale non si può resistere, mentre su “Morbid Death” la scuola svedese incontra quella americana, fondendo alla perfezione Unleashed e Autopsy. Da non dimenticare la opener, “Defleshing Bones”, semplicemente uno dei migliori pezzi death metal mai usciti dalle lande svedesi! Undici brani feroci, uno meglio dell’altro, per un album ricco di ispirazione e privo di qualsivoglia riempitivo.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10