(Ván Records) Un culto, quello di Aleister Crowley. Un cerimoniale, dove le candele accese sono una per ogni divinità, sia thelemica che del sacro fuoco del doom, come i Pentagram, Black Sabbath ma anche Danzig e altri. I Caronte hanno plasmato uno stile attraverso il tempo che ha integrato anche influenze rock, lo stoner, attraverso ciò dando comunque voce alla dottrina di Aleister Crowley. “Spiritus” è un vorticante insieme di suoni densi, malinconici ma vibranti. Il tutto pare sospeso appunto tra il doom, scariche di uno stoner allungato con il dark e un pathos carico di occulto. “Aiwass Calling” ha un suo passo seducente, un cambio di registro tra i Black Sabbath e un dark metal evocativo. Gotica e affascinante “Interstellar Snakes of Gold”, canzone presentata giustamente come singolo apripista. “Fire Walk With Me” è fragorosa, dannata e sulfurea con riti maestosi e chitarre invasate di accordi aperti. Se le chitarre sono incalzanti e prodighe sia di riff e fraseggi, il basso è quell’energia che si diffonde e veste di oscurità le melodie. “Antikristos” è una canzone teatrale ed esibisce qualche schitarrata punk, mentre la seguente “Beyond Death” vede un Dorian Bones al microfono, declamare una prestazione ispirata, tra il cantato e un ritualistico recitato. Se lo stile doom pregno di occulto e clima gotico dei Caronte incontra anche una produzione che prova con successo a trasferire queste atmosfere sulfuree, saturnine, nel supporto d’ascolto finale, allora il rituale ha avuto degnamente successo.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10