(Nuclear Blast Records) Eccoli i Celeste, loro che abitano in una delle tre città del triangolo magico, o maledetto che sia, cioè Lione. Sono di nuovamente tra noi e con un nuovo album. Anch’esso rigorosamente con una ‘s’ tra parentesi posta alla fine della parola che offre il titolo al suddetto e proprio come i precedenti cinque. “Assassin(s)”, sesto lavoro della formazione che mischia temi black metal allo sludge e qualcosa di riconducibile a quello che viene definito post-hardcore. Artwork bellissimo, è uno scatto di Mira Nedyalkova, il quale racchiude un mondo forse nuovo per i Celeste. La band francese opta per una produzione più smussata del solito ma orientata verso una direzione avant-garde. Il responsabile di ciò è Chris Edrich, produttore anche per Gojira, The Ocean e altri ancora. Non basta però un suono nuovo, oppure una manipolazione alla consolle di fatto d’esperienza, mirata ad aggiungere valore, per tanto i francesi si sono orientati a un sonngwriting a suo modo profondo, articolato, studiato a suo modo, nel tentativo di andare oltre e rendersi più ‘sperimentativi’ di quello che si possa pensare. Specificato che la band fonde black metal, sludge e post hardcore e di fatto sembra che sia il suonare che il suo contorno, cioè la produzione, finiscano per essere oggettivamente un bilanciamento di queste tre componenti che non si alternano ma si fondono. Al di là delle reazioni e sviluppi delle diverse espressioni artistiche, la musica dei Celeste ha un suo timbro andante, con i pezzi che partono da un punto e nell’interno di esse ecco una serie di progressioni, scelte melodiche e fluttuazioni di stile. I pezzi di “Assassine(s)” hanno andature abbastanza simili, con pochi spazi di riflessione nella musica. Molti i momenti fragorosi che sembrano la simbiosi tra dilatazioni black metal e post hardcore che raggiunge nei pezzi un certo climax.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10