(Elevate Records) Se l’intento dei Celtic Hills era quello di fornire delle canzoni dirette ma forgiate nel metallo, un metallo che fosse capace di spaziare tra andature power-heavy e power thrash metal, il traguardo è stato raggiunto. I friulani presentano un lotto di canzoni che tra celebrazioni Running Wild, Helloween e dettami cari alla NWOBHM dal taglio genuino, diretto. Un clima borchiato, epico, fiero e battente. Canzoni come l’opener “Forum Julii”, la seguente e categorica nella furia “Blood Flows Down”, sono due esempi perfetti del discorso di cui sopra. Eppure delle sette canzoni c’è una parte che è pericolosamente invischiata con un inatteso retaggio punk. “A Happy Abdicant King” è anche graziosa nella sua essenza sbarazzina, ma appare debole rispetto all’imperiosa forza del lato power-heavy di altri pezzi. Se “Time” e “When the Snow Cover the Ground” proseguono su una direttiva solida, heavy metal e con la seconda attraverso inattesi toni fruibili e docili, “Beer for All” e “Avari Horn” ecco che ripropongono l’influenza punk nei loro termini. La prima lo si intuisce già dall’alcolico titolo, è dell’heavy-punk con poco mordente, mentre “Avari Horn” è un’altra scappata in territori improvvisati, con toni goliardici e dalla sfrontata idea neo-punk. I Celtic Hills toccano temi storici, recuperano radici antiche della propria terra, rimasticando tutto quanto in chiave heavy metal, eppure le divagazioni con spensierate e innocenti trovate punk non creano un registro unico per questo secondo album della band. Appare slegato, con tratti acerbi nell’assemblare toni epici e gloriosi con momenti di svago.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10