(Werewolf Records) Da un po’ di settimane mi capita di ascoltare e recensire gruppi finlandesi che fanno black metal. Il che per me, abituato a ben altri suoni se si parla di Finlandia, è un’assoluta novità. I Chamber Of Unlight, qui al loro debutto discografico, non sono altro che l’ennesimo esempio di questo nuovo filone… che poi non posso neppure definire ‘nuovo’, nel senso che davvero il black proposto è molto canonico e nei ranghi imposti dal genere. Ecco quindi l’immancabile intro che accompagna dentro il lavoro, lugubre e tetra come gli stilemi comandano. Seguono sette tracce molto tirate, dalla lunghezza media piuttosto corta (sui cinque minuti), che rimandano agli ultimi Watain: cori cupi e solenni, chitarre serrate, mid tempo che sembrano spezzare in momentanee pause le varie tracce, quasi a permettere all’ascoltatore di prendere respiro. Nel complesso, l’esecuzione è all’altezza delle composizioni, dimostrando che comunque dietro al progetto ci sono musicisti e compositori validi… L’unico handicap che ritrovo in questo come in tanti altri lavori è il pesante paragone con alcuni mostri sacri svedesi come i Marduk o i già citati Watain; paragone che per ora vede uscire vincitori sempre e comunque questi ultimi, fosse solo per lo psicopatico e malato mondo simbolico che hanno costruito attorno al loro universo musicale.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10