(Blood Fire Death) Devo ammettere di trovarmi in difficoltà. “Kharon” è il classico album che mi fa impazzire come ascoltatore, ma che mi mette in crisi come recensore, perché è davvero un’impresa ardua descrivere il genere suonato dagli Spagnoli Chaos Before Gea. Nelle note biografiche, la band descrive il proprio stile come progressive/symphonic/groove/melodic death metal, ma io sento anche varie influenze techno thrash, metalcore e djent. Tutti questi aspetti affiorano in ogni singolo brano, spiazzando l’ascoltatore con improvvisi cambi di tempo, un riffing variegato, tanto che è veramente difficile che venga ripetuta la stessa partitura due volte, vocals che passano dal growl a parti pulite, assoli funambolici e ritmiche intricate. Tutto questo potrebbe risultare un minestrone indigeribile, se non fosse mediato da un gusto melodico molto sviluppato e da una capacità elevata di far combaciare le diverse influenze in maniera fluida, ottenendo canzoni spiazzanti ma immediate allo stesso tempo. “The Voice” è un pezzo semplicemente geniale, in cui coesistono dissonanze alla Machine Head, parti estreme, con batteria impazzita e voce in growling, alternata a clean vocals, virtuosismi di basso e uno stacco thrash nel finale. “Moaning In Agony” alterna ritmiche sincopate e chitarre djent ad accelerazioni al limite del brutal death metal, a parti sinfoniche, con tastiere e chitarre acustiche che affiorano dal riffing pesantissimo. Un album coraggioso, in cui genio e follia si rincorrono senza soluzione di continuità, dove si incontrano diversi stili, creando un sound davvero unico. Geniali!
(Matteo Piotto) Voto: 9/10