(EAT Heavy Records) Irriverente e spietata mazzata che sopraggiunge dalla Svezia. Si chiamano Child, esordiscono con una ventina di minuti di collisione tra elementi grindcore e il germe del primo death metal sound del proprio paese, quello che fece breccia nei cuori delle persone di tutto il mondo verso l’inizio degli anni ’90. Grindcore e il death metal derivato dal D-beat come nell’ottica dei primissimi Entombed, Carbonized, Grave e così via che restano ben lontanamente sullo sfondo. Riff e pattern ritmici spinti all’estremo, voce roca, aggressiva, a tratti esasperata. Qualche assolo buttato lì ogni tanto, 4/4 inviperiti nei quali passano al di sopra tutti i crismi decisi per eseguire un pezzo. Un esordio concretamente diretto “Meditations In Filth” della band che vede elementi di Göteborg e Stoccolma,a rtefici in questa furia di melodie tetre e degne della tradizione sopracitata, esposte però in una forma breve, essenziale. I Child suonano dei pezzi che partono in salita, accelerando in maniera vertiginosa e senza scegliere di rallentare e quando avviene è per qualche sapiente e studiato istante. In queste follie c’è sempre una serie di cambi di riffing che determinano ovviamente un tono, un umore diverso per ogni pezzo.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10