(Black Plague Records/Satanath Records) Finalmente arriva al debutto la one man band italiana Chiral. Dopo demo e split, si materializzano ben due full length in sequenza, iniziando da questo eclettico “Abisso”, un album molto vario, estremamente vario, nel quale convergono innumerevoli stili ed influenze che forgiano un black ultra personale e molto impattante. Un mix stilistico impressionante, concepito con intelligenza: sarebbe infatti facile cadere nel “collage” di varie cose, evidenziando una scarsa creatività, ma “Abisso” è veramente ben concepito ed i molteplici cambi stilistici sono indovinati, progressivi e molto curati. Apre “Atto I: Disceso nel Buio”: atmosferico, molto atmosferico, lento e crudele. Un brano che sembra appartenere ai Lustre in versione più oscura e decadente. “Atto I: Oblio” spinge al massimo l’integrazione stilistica: veloce e violento prima, con assoli quasi speed metal. Armonico, ricco di arpeggi poi. Ed infine nuovamente veloce, quasi lontano dal black, con un assolo fulmineo e linee di basso intensissime. L’imponente lunghezza di “Atto II: Abisso” offre ulteriori spazi per le divagazioni; un pezzo ricco di groove, aperto da imponenti arpeggi che sfociano in un crescendo verso violenza e velocità, andando verso un qualcosa di trionfale e remotamente rituale. L’impostazione Lustre torna con l’imponente “Atto finale: Di Notte, Cielo e Solitudine”, un pezzo di oltre tredici minuti, dove riff lenti, tastiere decadenti, drumming cadenzato e vocals strazianti danno vita ad un concetto atmosferico, deviato verso il depressive, assolutamente irresistibile. Quasi una bonus track la conclusiva “Death’s Dominion”, completamente fuori tema, ma molto accattivante: un tributo di Chiral al black svedese dei primi anni ’90, riassunto con un pezzo tirato, violento, brutale ma anche molto melodico. Un disco magnetico, difficile da classificare ma decisamente non trascurabile: le varianti sono sempre improvvise, inaspettate, quasi prepotenti… ma dopo ogni cambio -con il proseguire dell’ascolto- ci si rende conto che quella era la direzione giusta e che la canzone doveva per forza suonare in quella maniera. Sembra che ci siano progressioni nascoste nella musica, invisibili, sepolte in una abissale profondità. Chiral, con maestria, le porta alla luce, dando loro nuova vita.
(Luca Zakk) Voto: 8/10